Puttershoek

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Puttershoek
villaggio, ex-comune
Puttershoek – Stemma
Puttershoek – Bandiera
Puttershoek – Veduta
Puttershoek – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
Provincia Olanda Meridionale
ComuneHoeksche Waard
Territorio
Coordinate51°48′15.84″N 4°34′05.16″E / 51.8044°N 4.5681°E51.8044; 4.5681 (Puttershoek)
Superficie4,74 km²
Abitanti6 920 (1830)
Densità1 459,92 ab./km²
Altre informazioni
LingueOlandese
Cod. postale3297
Prefisso(+31)
Fuso orarioUTC+1
Codice CBS0593
Cartografia
Mappa di localizzazione: Paesi Bassi
Puttershoek
Puttershoek
Sito istituzionale

Puttershoek è un villaggio di circa 6.900 abitanti[1][2] del sud-ovest dei Paesi Bassi, facente parte della provincia dell'Olanda Meridionale e situato lungo il corso dell'Oude Maas, nell'isola di Hoeksche Waard[1]. Dal punto di vista amministrativo, si tratta di un ex-comune, dal 1984 accorpato alla municipalità di Binnenmaas, municipalità a sua volta inglobata nel 2019 nella nuova municipalità di Hoeksche Waard.[1][3]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Puttershoek si trova tra Zwijndrecht e Barendrecht (rispettivamente ad sud-ovest della prima e a sud-est della seconda).[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il villaggio era noto già nella metà del XIV secolo con il nome di Hoecke e faceva parte dell'omonima signoria.[4]

A partire dal 1460, una parte di questa signoria fu per metà controllata da Pieter van Slingelandt e per l'altra metà da Pieter Abelsz.[4] A loro due si deve probabilmente il nome attuale del villaggio[4], noto definitivamente come Puttershoek nel XVI secolo.[4]

Tra il XVII e il XVIII secolo, la principale fonte di sostentamento per gli abitanti di Puttershoek era costituita dalla lavorazione del lino, che veniva importato dalla Zelanda.[4]

A partire dall'inizio del XX secolo, sorse nel villaggio una fabbrica di zucchero, che rappresentò a lungo la principale fonte di lavoro per gli abitanti del posto.[1] Questa fabbrica venne in seguito demolita nel 2012.[1]

Nel 1953, il villaggio subì gravi danni durante l'inondazione del Mare del Nord.[4] L'inondazione risparmiò soltanto il porto del XVI secolo e una piccola parte di alcuni quartieri.[4]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma di Puttershoek è costituito da tre gigli di colore nero su sfondo bianco.[3]

Questo stemma deriva da quello dalla famiglia De Lier e come tale è noto sin dal 1628.[3]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Puttershoek conta 14 edifici classificati come rijksmonumenten .[1]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa protestante nella Kerkplein[modifica | modifica wikitesto]

Principale edificio religioso di Puttershoek è la chiesa protestante nella Kerkplein, risalente al 1840.[5]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Mulino De Lelie[modifica | modifica wikitesto]

Altro edificio degno di nota di Puttershoek è il mulino De Lelie ("Il giglio"), risalente al 1836.[6]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Puttershoek conta una popolazione pari a 6.920 abitanti, di cui 3.520 sono donneo e 3.400 sono uomini.[2] La densità è pari a circa 1.500 abitanti per km².[2]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Feste ed eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Hoekschewaard Jazz (in aprile)[1]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (NL) Puttershoek, su plaatsengids.nl, Plaatsengids. URL consultato il 22 maggio 2018.
  2. ^ a b c (NL) Puttershoek, su oozo.nl. URL consultato il 22 maggio 2018.
  3. ^ a b c (NL) Puttershoek, su ngw.nl, Nederlandse Gemeentewapens. URL consultato il 22 maggio 2018.
  4. ^ a b c d e f g (NL) De geschiedenis van Puttershoek, su oudputtershoek.nl, Stichting Oud Puttershoek. URL consultato il 22 maggio 2018.
  5. ^ (NL) Puttershoek, Kerkplein 1 - Hervormde Kerk, su reliwiki.nl, ReliWiki. URL consultato il 22 maggio 2018.
  6. ^ (NL) De Lelie, Puttershoek, su molendatabase.nl, Molendatabase. URL consultato il 22 maggio 2018.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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